servizio di Lucio Scorzelli

È sempre complicato scrivere su personaggi poliedrici dalle esperienze più distanti e variate fra esse, quindi fare una sintesi su una carriera così policroma ed impegnata come quella dell’apparentemente scanzonata Fiorella (Mannoia) è certamente una cosuccia difficile.

Sinceramente devo dire che non è moltissimo che seguo le proposte di questa “pel di carota”, forse perché l’ho sempre vista con una certa sufficienza non prestandole l’attenzione che avrebbe meritato.

Sbagliavo clamorosamente.

Anni fa, sugli schermi cinematografici italiani, una delle attrici con una vena di comicità non da poco, era certamente Monica Vitti, durante una sua intervista trasmessa in tivvù, con una certa sorpresa, scoprii che una delle scene più drammaticamente esilaranti di un suo film del 1969 con Alberto Sordi: Amore mio aiutami, durante la quale veniva “violentemente picchiata” su una spiaggia, da un marito che scopre di essere stato tradito, quella che subiva tutti quei “cazzottoni e pedate nel sedere”, non era la Vitti ma bensì la sua controfigura ufficiale, proprio Fiorella Mannoia. M’incuriosii, visto che sono sempre stato affascinato e attratto dal mondo dei contorni poco conosciuti di Cinecittà, scoprendo che la nostra Fiorella era proprio una cascatrice professionista, era lei che prestava il proprio corpo a Monica Vitti in quelle scene così cruente e pericolose, in attesa che qualcuno scoprisse che si, sapeva anche cantare.

Fiorella ha sempre masticato pane e cinema, tutta la sua famiglia faceva parte di quegli interpreti che nelle pellicole si prestano in scene violente e pericolose, sia il padre che sua sorella e suo fratello erano stunt-man e stunt-woman (cascatori) proprio come lei.

La spregiudicatezza che troveremo sui palchi durante la sua lunga carriera di cantante, inizia proprio così, facendo il gioco duro nelle scene cinematografiche di personaggi noti come, abbiamo visto, Monica Vitti, poi Lucia Mannucci del Quartetto Cetra, Loretta Goggi e tante altre fino ad arrivare addirittura a Candice Bergen. In quegli stupendi anni settanta, rimbalzava dai set cinematografici ai palchi musicali; partecipa al Festival di Castrocaro del ‘68, cantando una canzone di Gino Santercole, Un bimbo sul leone, un pezzo presente nella discografia di Adriano Celentano; non ebbe granchè successo, ma il sangue siciliano di suo padre le impose di perseverare, riuscendo comunque, con quell’apparizione, ad ottenere un contratto discografico per l’incisione dei suoi primi 45 giri.

La sua voce particolare era direttamente proporzionale al suo modo di essere: graffiante e incisiva, spericolata; era il 1969 quando partecipò a Un disco per l’estate, e da allora non si è più fermata; nei favolosi anni ’70 grazie anche all’incontro con Memmo Foresi, compositore e produttore, arriva alla casa discografica più ambita e importante dell’epoca, la RCA, dove incidevano tutti i big di quegli anni, riuscendo a pubblicare il primo dei 40 long-play (33 giri), che avrebbe pubblicato in carriera.

È un periodo fortunato, c’era fermento nell’ambito musicale, quante meteore ma anche quanti personaggi hanno spiccato il volo, alla nostra eroina il 1980 regala un nuovo contratto con una casa discografica d’avanguardia la CGD, che le consente di duettare con Pierangelo Bertoli in una canzone ancora oggi in voga: Pescatore.

Ed eccoci, finalmente, al primo Festival di Sanremo, era il 1981 e Caffè nero bollente la fa conoscere a quelli che ancora non sapevano apprezzare la provocatorietà di Fiorella, presentando un brano particolare con un testo graffiante e, a modo suo, insolente; sarà undicesima ma sicuramente prima per l’originarietà.

Il successivo Festivalbar del 1983, vede la collaborazione con un monumento della musica italiana: Mario Lavezzi; (lo ricorderete alla chitarra con la prima formazione de I Beatniks per diventare successivamente I Camaleonti con Riky Maiocchi, che come solista porterà a Sanremo C’è chi spera, insieme a Marianne Faithfull; la voce e le tastiere di Tonino Cripezzi e il basso di Gerry Manzoli (successivamente marito di Nada), poi con Flora Fauna & Cemento, quelli di Mondo blu, un pezzo “targato” Battisti-Mogol; ancora: produttore esecutivo di Superstar, dalla versione italiana del musical Jesus Christ Superstar con il testo di Herbert Pagani, quello di Albergo a ore, traduzione di Les amats d’un jour di Edith Piaf…scusate se è poco!), e poi di Loredana Bertè, Anna Oxa, l’immensa Ornella Vanoni…ed ora anche lei, anche Fiorella Mannoia!

Nel 1984 è all’Ariston con Come si cambia, una canzone di nicchia, icona delle sue interpretazioni. Di quell’anno favoloso, ricordiamo il contratto con l’Ariston Record sempre alla ricerca di nuovi stimoli ma, soprattutto, altre persone con idee sempre innovative e all’avanguardia, ed è d’obbligo dire della partecipazione a Premiatissima, dove, sempre con la complicità di Lavezzi, vince la gara canora con una votazione milionari sbaragliando colleghe come Marcella Bella, Dory Ghezzi, Patty Pravo, Orietta Berti, Iva Zanicchi e anche, la sempre amata, sempre amata Gabriella Ferri!

Nell’1987 passa alla DDD (La Drougheria di Drugolo…) casa discografica fondata dall’estroso Lando Lanni Della Quara, un nobile con la passione per la musica, pigmalione, fra gli altri, di Enzo Jannacci, Enzo Gragnianiello, Mia Martini, Rondò Veneziano del maestro Gian Piero Reverberi, Le Orme, Fausto Leali, Giorgio Faletti…Eros Ramazzotti; per Fiorella, ancora piccoli ma importanti passi verso una consacrazione sempre più particolare, sempre più profonda…è l’anno di Quello che le donne non dicono, considerato il manifesto della condizione femminile su sette note, forse la sua canzone più popolare!

Il 1988 la vede per la seconda volta, vincere il premio della Critica al Festival Sanremese, un pezzo nato con la collaborazione di Ivano Fossati: Le notti di maggio; è un anno fantastico, vincerà la grolla d’oro a St. Vincent con Il tempo non torna più, scritto da Enrico Ruggeri e Piero Fabrizi, col quale inizierà un nuovo sodalizio che durerà oltre vent’anni. Fabrizi, nel 2002, produrrà un CD con Pino Daniele, Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia, Ron in tour…

Fiorella non si fa mancare nulla, vincerà per ben sei volte la Targa Tenco come migliore interprete…un record!

Dobbiamo saltare fino al 1999, quando Fiorella pubblicherà il suo primo album Live, Certe piccole voci, contenente il singolo Sally, di Vasco Rossi, sicuramente la sua cover più popolare ed è del 2001 l’album Fragile che con oltre 200.000 copie vincerà il disco di platino; nel 2002 altro disco di platino con un LP che vede la partecipazione di Francesco De Gregori, Pino Daniele e Ron e nel 2005, udite udite, viene nominata Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Cavaliere per il suo impegno sociale…lascio al lettore le valutazioni su questa personalità così raffinata.

Non riesco proprio a proseguire sulle tappe professionali di Fiorella, penso che oltre ad interessarvi, sicuramente vi costringerei a saltare qualche rigo, cosa che non ho mai voluto fare né per gli articoli di costume, né per la saggistica ed i miei romanzi e, ancor di più, per quella che non vuole essere una biografia, dico solo che, oltre ad essermi ricreduto su questa “ragazzina” che ha iniziato prendendo cazzotti per lavoro, sono certo che, fra gli altri, quelli di Alberto Sordi, sicuramente hanno avuto un valore aggiunto alla sua formazione.

Vorrei chiudere parlando anche del suo impegno politico, ma penso basti aver detto della sua completa disponibilità di fronte alle tante problematiche del mondo dei bambini, della famiglia, delle donne soprattutto. La politica è una brutta bestia e penso che, chi come lei, ha tantissimi estimatori, ammiratori che onestamente la sostengono e la seguono, questi non debbano essere messi alle strette per il suo schieramento politico; ricordando che “farei di tutto perché tu possa esprimere le tue idee, anche opposte alle mie”, aspettiamo di vederla ancora sul palco di quel teatro che ormai, per lei e con lei, è storia.

Imperia Oneglia, 22/01/2024 Lucio Scorzelli

 

 

Comments are closed.