Alberto Biancheri e Sergio Tommasini sulla copertina de L’Eco della Riviera————————————————
seguono le foto di Giovanni Toti, Claudio Scajola, Maurizio Zoccarato, Alessandro Mager, Gianni Berrino, Alessandro Piana, Marco Scajola, Alessandro Sindoni

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Cari lettori, riprendiamo. L’onda anomala, brutale, divisiva del Covid è riuscita a togliere respiro, inchiostro, tastiera, foto, interviste a L’Eco della Riviera per troppo tempo. Chi faceva voti perché alla fine ci mancasse fiato come a tante, troppe persone che ci hanno lasciato, ha dovuto e dovrà ricredersi. Grazie a voi cari amici e lettori, oltre 6 mila, siamo riusciti anche questa volta a resistere, non mollare, non issare bandiera bianca. Presto tornerà in campo anche Cyrano. Con i suoi fioretto e spada vergherà, come sempre, cosa accade dentro e soprattutto fuori Palazzo Bellevue, ad Imperia, Ventimiglia, Taggia e negli altri Comuni della Riviera. Programmi, desideri, verità, inciuci. Sfogliando copie, copertine, inchieste de L’Eco della Riviera di qualche tempo fa, che riproporremmo sinteticamente, purtroppo dovremmo ancora dare una volta ragione al “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa, il “Felis leptailurus serval”, belva felina che popola il settentrione dell’Africa, dirimpetto a Lampedusa. “Noi – scrive l’autore – fummo i Gattopardi, i Leoni, quelli che ci sostituiranno saranno sciacalletti. Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.

Stamattina in un bar affollatissimo del centro di Sanremo mentre prendevo un caffè al tavolo vicino cinque matuziani discutevano animatamente su quanto costa diventare sindaco della città del Festival e del casinò. Partiti da cifre di poche migliaia di euro erano arrivati ad un modesto gruzzoletto, il costo di un’auto di seconda mano senza pretese, uno dei cinque girandosi verso di me ha chiesto: “lei, giornalista, che conosce bene le campagne elettorali cosa dice, chi ha ragione”? Ho cercato di non rispondere, alla fine prima di andare via per non sembrare scortese, sorridendo, mi sono limitato a dire una battuta “per una campagna vincente bisogna almeno centuplicare la vostra ultima cifra, sperando che basti. Le elezioni sono diventate come belle donne capricciose. Costano, chi può ha più chances. Serietà, capacità, meriti da soli non bastano più″.

Non bastavano questo caldo sahariano – ho pensato mentre uscivo dal bar – questo Caronte da record, questo mitico demone etrusco della morte che rischia di far esplodere quotidianamente i termometri superando i 40 gradi, incendi a raffica e grandine grossa come noci a fare disastri. Ci mancava solo che partisse ufficialmente in Riviera, in primis a Sanremo, anche la campagna elettorale 2024 per decine di Comuni per aumentare confusione. Coinvolta come non mai, per mantenere o perdere il potere, questa volta anche la Regione, il suo presidente Giovanni Toti, i vari vice presidente ed assessori di Imperia Alessandro Piana, Scajola, i partiti di maggioranza Cambiamo! Lega, FdI, Fi, Misto, Progresso ligure. A rompere il ghiaccio in quel di Matutia questa volta non sono stati i partiti tradizionali, ma due gruppi civici. Due settimane fa è scesa per prima in campo “Anima”, candidato sindaco dovrebbe essere Alessandro Mager, uno tra i più brillanti avvocati del Ponente, dello studio Solerio-Mager-Sindoni, quest’ultimo già vice sindaco ed assessore al Turismo di Sanremo. Lunedi è stata la volta di un’altra civica, “Andiamo”, invenzione e regia dell’ex sindaco Maurizio Zoccarato. All’epoca Berlusconiano, Forza Italia? Senza dubbio uomo di centro destra. Da giorni una campagna pubblicitaria civetta annunciava, soprattutto sui social senza fare nomi e dare qualsiasi indicazione, il prodotto “Andiamo”. Come se fosse uno shampoo. Però anche se i fidatissimi di Zoc giurano di essere stati muti come pesci, per dirla con l’ex pluri ministro ed attuale sindaco di Imperia e Presidente della Provincia Claudio Scajola “a sua insaputa” e di altri, metà Sanremo l’aveva subito scoperto. Nessuna sorpresa. Anzi a dirla tutta un po’ una delusione perchè con la firma Zoccarato, dinamico imprenditore ed abilissimo venditore di auto come papa’ e famiglia, tutti si aspettavano di più. Sia sul fronte del lancio vero e proprio che su quello delle idee, delle visioni. Come iniziare a costruire la Sanremo del presente e del futuro per rilanciare sul serio la città, risolvere le sue numerose ed ataviche magagne a cominciare da mobilità, sanità, parcheggi, pulizia, servizi essenziali, fogne, mezzi pubblici, sicurezza, assistenza ai più deboli, lavoro, ecc. ecc. eccetera. Parole ed idee generiche, insomma la solita musica che, salvo eccezioni, poi non viene mai suonata e trasformata in fatti ed opere concrete.

A tradire lui e gli altri, anche se negano, aspirano tutti legittimamente a vincere la poltrona di sindaco di Sanremo o dirigere l’orchestra stando fuori perchè interessati a traguardi diversi di potere, sono stati gli innumerevoli incontri e cene tra vari protagonisti del passato, del presente che sperano di contare anche domani. Dal sindaco attuale Alberto Biancheri, il suo rivale alle ultime elezioni Sergio Tommasini, oppure l’avvocato Bissolotti, Gianni Rolando, già presidente dell’Ordine Nazionale degli Ingegneri, l’ex vice sindaco Sindoni, il senatore Gianni Berrino (FdI), senza dubbio l’uomo con carica pubblica più importante e tanti altri. Molti sono i soliti, tra questi ci sono anche eccezioni, chi certe poltrone, certe vittorie se le sono meritate. La maggioranza? Date voi i voti: promossi, bocciati? Basta farisei, bisogna urlare cosa si pensa, rimandare non serve, si perde solo altro tempo e qualcuno ingrassa. La cosa più stupefacente è che una sera Tizio, Caio e Sempronio cenano, brindano più o meno clandestinamente con A,B,C e l’intero alfabeto parlando di possibile, a volte anche certissime alleanze. Giorni dopo in altri ristoranti, del centro o periferia secondo l’importanza dei convitati, l’intero alfabeto si incontra con altri, con C,B,A e si suona la stessa musica. Un minestrone che porta a fare salti della quaglia, a disarmare progetti, idee, possibili alleanze, a rompere persino amicizie. Per esempio, io non ci credo, ma si dice che Tonino Bissolotti sia diventato l’ombra di Zoccarato o viceversa, rompendo l’alleanza ferrea stretta da tempo con Tommasini e Ghilardi passati, si dice, con “Anima”. Anche il sindaco Biancheri in questo periodo si sarebbe seduto a più tavoli, prima con Zoc, ora avrebbe “tradito” e sarebbe con Mag. E Berrino? Pure il senatore, dicunt, avrebbe frequentato cene, bar con persone non solo interessate a Palazzo Bellevue.

Che sta succedendo? Tutta colpa di Caronte, il mitico demone etrusco, che non vuole liberare Sanremo dalle catene dell’improvvisazione?

Domanda: se fosse vero che per vincere una campagna elettorale come quella di Sanremo o di altre città importanti sarebbe necessario investire, più che spendere somme da capogiro, questi soldi chi ce li mette? Chi sarà il noto od occulto pagatore delle elezioni matutiane del 2024? Un moderno mecenate, un gruppo di veri amanti di Sanremo che desiderano farla rifiorire a proprie spese, oppure…Galli o polli?
Noi continueremo a scrivere. A presto.

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Servizio di
Roberto Basso

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