Dal 29 luglio al prossimo 11 settembre Palazzo Ducale ospita una esposizione sui quaderni gramsciani originali, collocati in apposite teche, il cui intero contenuto può essere visualizzato in alta risoluzione attraverso tre schermi touch screen che forniscono al visitatore molte informazioni e immagini. Come spiegano gli organizzatori alcuni temi della riflessione gramsciana sono ben simboleggiati dai due dipinti di Renato Guttuso, esposti a fianco dei Quaderni, La battaglia di Ponte dell’Ammiraglio (GNAM, Roma) e I funerali di Togliatti (MAMbo, Bologna). La raffigurazione della vittoriosa battaglia combattuta da Garibaldi a Palermo il 27 maggio 1860 richiama le note di Gramsci sull’impresa dei Mille e, più in generale, sul Risorgimento. Nei Funerali di Togliatti Gramsci è raffigurato accanto al feretro; oltre a mostrare lo stretto legame tra Gramsci e Togliatti, che ne gestì la complessa eredità, il dipinto riesce a evocare la riflessione gramsciana anche attraverso l’enfasi posta sulla “connessione sentimentale” tra intellettuali e popolo auspicata nei Quaderni.

FOCUS-  Alla morte di Gramsci, il 27 aprile 1937, i Quaderni (complessivamente 33, di cui 29 di note e 4 di traduzioni) furono presi in consegna dalla cognata Tatiana Schucht che iniziò una prima catalogazione dei manoscritti, numerando i quaderni con cifre romane e specificando il numero delle pagine utilizzate. I Quaderni giunsero a Mosca prima dello scoppio della guerra e rientrarono in Italia il 3 marzo 1945. Tra il 1948 e il 1951 Palmiro Togliatti provvide a pubblicarli in una edizione tematica in 6 volumi. I 33 Quaderni del carcere hanno costituito il nucleo originario del patrimonio archivistico della Fondazione Istituto Gramsci. La diffusione internazionale del pensiero di Gramsci è testimoniata dal crescente numero di traduzioni dei Quaderni del carcere, di cui sono presenti in mostra alcuni esemplari, e dalla quantità di pubblicazioni registrate nella Bibliografia gramsciana contenente oltre 20 mila titoli in 41 lingue. Iniziativa promossa da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Fondazione Gramsci Onlus e Associazione Enrico Berlinguer, in collaborazione con la Fondazione Diesse. G.C.

 

ANTONIO GRAMSCI- Antonio Gramsci fu arrestato a Roma l’8 novembre 1926 in seguito alla promulgazione delle leggi eccezionali fasciste. Il Tribunale speciale per la difesa dello Stato lo condannò il 4 giugno 1928 a 20 anni, 4 mesi e 5 giorni di reclusione. Detenuto presso la casa penale di Turi di Bari, nel febbraio 1929 ottenne il permesso di scrivere in cella, appuntando da subito sul primo quaderno un articolato programma di studi. Iniziò quindi a scrivere note di vario argomento, dedicando al contempo quattro quaderni ad «esercizi di traduzione» dal tedesco, dal russo e dall’inglese (ai quali lavorò fino ai primi mesi del 1932). Dall’aprile 1932 avviò la stesura dei «quaderni speciali» di argomento monografico (La filosofia di Benedetto Croce, Il Risorgimento italiano, Noterelle sulla politica del Machiavelli, Americanismo e fordismo, ecc.) riprendendo e rielaborando le note sparse nei vari quaderni, barrandole via via con larghi tratti di penna diagonali e incrociati. Il 19 novembre 1933, in seguito all’aggravarsi delle sue condizioni di salute, fu trasferito, in stato di detenzione, presso la clinica Cusumano di Formia. Non riuscì a rimettersi al lavoro prima del luglio-agosto 1934. Nel giugno 1935 la redazione dei quaderni si interruppe.

  Orario: lunedì 14.30/19; da martedì a domenica 10/19. Ingresso intero € 5,00, ridotto € 4,00    

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