Strana estate

Che estate strana questa del 2014

E’ difficile augurare persino “buone vacanze” a chi sta preparando il trolley per qualche giorno di relax ai monti o al mare. Fallimenti a ripetizione, disoccupazione, la nazionale di calcio che perde il mondiale con disonore, guerre, stragi senza fine… Ci si è messo anche il meteo, piove sempre.
Un presente così amaro e un futuro così oscuro nessuno li aveva neppure mai immaginati. Si pensava esistessero solo nei film, nei romanzi o colpissero sempre altri popoli dall’altra parte del globo. Invece un bel giorno ci si è svegliati immersi nelle sabbie mobili sino al collo. Quanto costruito in anni di sacrifici lo si è già perduto o lo si sta perdendo.

Quando finirà questa crisi, che ha messo in ginocchio l’Italia e mezzo mondo, nessuno lo sa. Se abbiamo un’economia ed uno Stato a brandelli, una maggioranza di parlamentari analfabeti, politici incollati alla poltrona da generazioni, poteri che badano esclusivamente a centuplicare i propri già immensi imperi e sparute minoranze di onorevoli onesti che vorrebbero legiferare per amministrare la nazione nell’interesse generale e, soprattutto, leader imbonitori, assolutamente improponibili a rappresentare al meglio l’Italia, che vorrebbero addirittura assurgere a Padri della Nuova Costituzione, la colpa non è solo degli altri.

Se vogliamo tornare ad essere orgogliosi di essere italiani “la legge” deve essere davvero “uguale per tutti”. Nelle famiglie, nelle scuole, in parlamento, nei tribunali, nelle fabbriche, nelle  piazze devono tornare valori primari, universali, dimenticati e calpestati: uguaglianza, giustizia, ordine, meritocrazia, diritti, doveri, sicurezza, lavoro, morale, democrazia.
La bellezza, l’arte, la cultura, il sacrificio, la memoria ci salveranno. Tra tanto squallore e lacrime non è casuale che a vincere il Tour de France sia stato un italiano, Nibali. E neppure che domenica sull’Altopiano di Folgaria, a 100 anni di distanza, la tromba di Paolo Fresu abbia suonato “Il silenzio” in ricordo dei caduti della Grande Guerra.  Fresu ha intonato le note di “Day is done…”, “Il giorno è terminato, tutto va bene, riposa in pace… Dio è vicino”.  Sono state scritte nel 1862 durante la Guerra Civile Americana dal figlio del capitano nordista Robert Ellicombe.

Oltre la trincea durante un combattimento notturno Ellicombe sente i gemiti di un giovane soldato ferito.

Ignorando che divisa indossasse il capitano, rischiando la vita, lo raggiunge, gli muore tra le braccia, ma riesce ugualmente a trascinarlo nel suo accampamento. Quando al fuoco di una torcia individua la divisa capisce che è un sudista, un nemico. Appena ne vede il volto scopre che è suo figlio, andato a studiare musica nel Sud degli Stati Uniti e che quando scoppia la guerra, senza avvertire i genitori, si arruola con i Confederati. In un taschino della giubba gli trova un foglietto con le note di “Day is done…”.  Robert Ellicombe  le farà eseguire nel silenzio della guerra dal trombettiere, quando riesce a dargli degna sepoltura:  “Il giorno è terminato, tutto va bene…Dio è vicino”.

Roberto Basso

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