“Per l’America il meglio deve ancora venire”.

Questa frase di speranza ed ottimismo è stata annunciata da Barack Obama la notte del 6 novembre nel suo primo discorso subito dopo essere stato eletto per la seconda volta presidente degli Stati Uniti.

Più recentemente il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Napoli nel suo discorso dell’Anno Accademico dell’Istituto italiano per gli Studi Storici, ancora una volta ha cercato di far ragionare parlamentari e senatori con una frase di Benedetto Croce “Senza politica nessun proposito, per nobile che sia, giunge alla sua pratica attuazione. I partiti nel bene dell’Italia troveranno, di volta in volta, il limite oltre il quale non deve spingersi la loro discordia”.

Il filosofo di Pescasseroli l’aveva pronunciata a Bari nel gennaio del 1944 durante il 1° Congresso dei Partiti uniti nei Comitati di Liberazione. Napolitano, in cuor suo, deve aver sperato che ascoltando Croce i politici italiani la smettano di cercare strategie e furbate per mantenere intatti i propri orti ed orticelli anche dopo le elezioni che si terranno a marzo del prossimo anno. Che si applichino per uscire dalla crisi.

La politica dalle nostre parti, purtroppo, sembra incapace di guarire i suoi tumori. I partiti sono zeppi di uomini e donne ubriachi di potere e privilegi assurdi, immeritati. Che non vogliono assolutamente perdere, finchè hanno fiato, oppure cedere a chi è migliore di loro. Una casta becera, incapace, che continua a balbettare, litigare, fare danni alla collettività. Spesso corrotta, che succhia sangue alle persone oneste, laboriose, che ha portato l’Italia sull’orlo dell’abisso, che fa finta di niente come se i responsabili fossero altrove, che sta mettendo gli uni contro gli altri, che sta impoverendo tutti.

Tragico il risultato: troppe ingiustizie, sempre meno senso del dovere, democrazia, uguaglianza, meritocrazia, solidarietà. Mancano lavoro, servizi, tutele, sicurezza, futuro.

Nelle strade, nelle piazze, nelle fabbriche che chiudono, all’interno delle famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese, nelle carceri-lager, negli ospedali che esplodono con malati accatastati nelle corsie, cresce una rabbia incontenibile.

Basteranno a salvarci i volti nuovi di Ambrosoli, quelli semi nuovi di Renzi, Grillo, Montezemolo?

La guerriglia tra studenti e polizia sembra sempre più destinata ad esplodere. Ovunque aumenteranno scene inumane come quelle del poliziotto che dà manganellate in faccia ad un ragazzo a terra. Entrambi vittime di un sistema politico malsano. I colpevoli, gli stupratori delle regole, della legalità, del buon senso, della civiltà, non sono loro, sono altri.

La disperazione merita rispetto, chi invece del buon governo fa violenza e scandalo, merita condanna.

Roberto Basso

Taggato come: Basta stupratori delle regole e del buon governo • editoriale • Roberto Basso
 

Comments are closed.