Fino al prossimo 8 gennaio la Fondazione Musei Civici di Venezia ospita a Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia, la mostra “Culture Chanel, la donna che legge”. Curata da Jean-Louis Froment con la collaborazione di Gabriella Belli, è realizzata con il sostegno di Chanel. Fin dal suo primo episodio nel 2007, Culture Chanel si definisce come “una collezione di mostre”, in quanto ogni singolo evento fa parte di un progetto unico, con un tema di volta in volta diverso affrontando la storia singolare di Gabrielle Chanel e dell’omonima Maison. L’itineario dettato da Mademoiselle saltella dalla letteratura alla scrittura, dall’inchiostro alle stoffe più pregiate e più estrose, senza annoiare grazie alla regia di uno dei più autorevoli critici d’arte d’Europa Jean-Louis Froment, ma forse senza nemmeno destare troppo stupore. Da Omero, Platone, Virgilio, Sofocle, Lucrezio, Dante, Montaigne, Cervantes, Madame de Sévigné, Stéphane Mallarmé, Racine, Pascal a La Rochefoucauld si arriva ad una composita rassegna di oggetti d’arte, disegni, quadri, vestiti, accessori. Non solo libri dunque ma incontri con vis creative come poeti, pittori e musicisti ed anche una stanza tutta con volumi nuovi fiammanti a ricostruire l’ipotetico mondo bibliofilo.

 

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È la storia di un vocabolario formale che ha forgiato lo stile di Gabrielle Chanel, del conforto delle pagine di testi che ne hanno alleviato la solitudine degli anni trascorsi nell’orfanotrofio di Aubazine, fino alla fine dei suoi giorni, rispondendo al suo bisogno di una ricerca mistica dell’invisibile e mostrandole nel tempo la propria visione del mondo.

La mostra gioca sulle analogie, le corrispondenze visive che mettono in luce da una prospettiva contemporanea la relazione di Chanel con i libri e la scrittura, in particolare quella poetica, che trova degli echi nella concezione della sua creazione. Si ritrova nella mostra veneziana il suo gusto per il classicismo e per il barocco, l’amore per la Russia e per gli ori di Venezia. Oggetti d’arte provenienti dal suo appartamento parigino esposti per la prima volta, insieme a gioielli e a profumi. Ma quello che conta è l’immagine dell’eterno femminino che si rileva anche nelle sue connotazioni più moderne e più cerebrali: la donna Chanel infatti non è solo puro vezzo è soprattutto cerebrale, è testa, è una donna che lavora, “che legge” e che sa scegliere il suo ruolo nel mondo. Giulia Cassini

 

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